Dal bianco e nero al colore. Dal rituale tecnico della incisione alla libertà della tela e del segno diretto della mano.
Già libera da un’arte che si avvaleva del suo lato doveristico — ossessivo, la Bastia sembra essersi anche liberata interiormente da ogni sentimento di legame verso il mondo e le sue zavorre convenzionali.
È un vero percorso di individuazione giunto al punto in cui si gode della pacificazione col daimon che ci guida. Per la Bastia il suo daimon assume la forma del Toro. Magnifica ossessione, ondeggiamento ebbro tra Maschile e Femminile, tra fermezza e mobilità, tra fecondità spirituale e matura mediazione con il mondo. Espressione sempre rinnovata del suo istintivo anelito a celebrare l’incontro, la Relazione che restituisce al mondo, sentendosi mondo oltre il limite della propria persona. Quella che Jung chiama esperienza della coniunctio oppositorum: matrimonio interiore tra l’lo operaio e il Signore dello Spirito, il Sé.
Il Toro è la spinta alla libertà assoluta. È animale primordiale su cui poggia il mondo, è simbolo sia della maschile vigorosità e della bovina e lunare disponibilità alla fecondazione spirituale. Ogni ambivalenza è in esso. Osiride, dio lunare, fu raffigurato come toro. Venere ha il suo domicilio nel segno del Toro.
La sua possanza di forme, il suo estendersi in orizzontale con peso, grossezza, stabilità e solidità si sposano alla gloria di Venere generatrice, palpitante di istinto e sensorialità anelante all’ebbrezza dionisiaca.
Il sacrificio del toro e il battesimo nel suo sangue simboleggiano nei miti e antichi riti iniziatici il governo sulle passioni e la rinascita ad una nuova vita spirituale.
Le opere recenti della Bastia suggeriscono un dialogo, un contrappunto tra il passato remoto e l’ultimo presente: tra i graffiti nelle grotte paleolitiche e l’essenzialità "graffiante" dei suoi animali. Il risultato è un movimento insieme: una commozione.
La Bastia è posseduta da un daimon che la sa nutrire e fecondare in abbondanza di creatività mai uguale a se stessa. Il ripetersi del tema, proprio in questo iterarsi, ci fa assistere, live, alla grande passione che, simmetricamente e nella più assoluta reciprocità, il daimon vive per la nostra artista.
Personale ad Art Club "Il Doge" Genova 2008. Presentazione di Ada Cortese, psicoanalista Associazione GEA.
"La predilezione di una persona per il mondo della mitologia significa non solo propensione per il mistero e l’incanto del lontano, ma anche sublimazione e metamorfosi del proprio ego e del proprio es. I personaggi della mitologia, intermedi tra l’ambito- umano e divino, sono interpretati dalla psicanalisi freudiana e soprattutto dalla psicologia del profondo di Jung come attualizzazione di Immagini latenti nell’inconscio [...] II valore conoscitivo del mito è stato ribadito ultimamente dal filosofo tedesco Ernst Cassirer secondo il quale la libera esposizione narrativa e figurativa della mitologia e portatrice, come le metafore, di verità universali [...]"
Catalogo della Mostra "Viaggio a Bordo del Mito" (D. Ferin), Aprile 2004
" [...] Protagonista l’anima. Cosi [...] i ‘Frammenti di infinito’ di Liliana Bastia, sembianze, soprattutto, di figure muliebri o di nudo individuate in una tematica iconografica di tipo classico [...] "
II Lavoro di Repubblica (G. Beringheli), Gennaio 2001
" [...] ‘De| buio e della luce’ e un’avvincente panoramica di peculiari soggetti, suadenti, allusivi, provocanti fogli impressi che esplicitano dell’artista la sua capacità di rappresentare il mito, l’inconscio, l’immaginario collettivo, in esiti di cruda quanto incantatrice ed affabulatrice valentia iconografica riferibile ad una matrice di espressionismo panico che trasla fenomeni emozionali della psiche e meditazioni introspettiche [...] "
Corriere Mercantile (G. Scorza), Ottobre 2000
" [...] Liliana Bastia si pone e ci pone sulla soglia dell’evento nell’attimo in cui si compie il sacrificio non tanto di un corpo, quanto di una libertà decisionale [...] Incontriamo figure che preferiscono il chiaroscuro, altre che si stagliano acquisendo una vocazione tridimensionale sottolineata, circoscritta, contenuta, annullata da successivi ritocchi a pastello [...] Colpa o merito dl un segno che persegue il limite tra gesto e pensiero, tra fuga della mano e intenzione, tra spirito romanticamente gettato nell’avventura e recupero, passo dopo passo, linea dopo linea, tocco dopo tocco dell’esistenza. Un’esistenza fatta di tracce, di silenzi, di gemiti, di ferite ma anche di amori, di passioni, di smarrimenti".
Catalogo della Mostra "Alla Soglia deII’Event0" (L. Caprile), Marzo 1996
"Liliana Bastia Grandi riporta e interpreta il ‘male di vivere’ montaliano nell’intensa dimensione di un segno grafico d’alta qualità. E il bestiario fantastico caro all’artista trova una naturalistica incarnazione in crisalidi e uccelletti di piena suggestione visiva"
II Secolo XIX (M. Bocci), Marzo 1993
"[...] certamente il mondo primitivo è evocato nelle forti suggestioni cromatiche, nei bagliori improvvisi nelle masse dei corpi [...]
[...] Tecnicamente il pregio più evidente della pittura della bastia è il segno sicuro ma teso, inquieto, carico di energia per costruire forme e suggerire movimenti [...]"
Catalogo per "Sette percorsi artistici in Liguria" Loggia dei Mercanti - Genova (Emilia Marasco), 1990
"Il fare pittorico di Liliaiia Bastia è basato su una pittura fresca, di getto,
con tracce di segni che incidono, graffiano, costruiscono sagome di animali, in particolare cavalli e tori che emergono da cavità ombrose con forza prorompente, pregna di energia vitale.
Una energia implosiva quando si contrae nella curvatura dell’animale, esplosiva quando si libera dal nucleo centrale e si spande con immediatezza in guizzi o filamenti cromatici hello spazio.
Lo spazio che l’artista intende è ricco di presenze archetipe: i rossi e le terre richiamano memorie di preistoriche caverne che diventano grembi di vita. [...]"
Mostra alla Galleria “Giordano” (Miriam Cristaldi), 1986
" [...] ll cavallo e il toro sono tramite figurativo e simbolo di un’irrefrenabile energia naturale, in uno spazio aperto a luminosi contrappunti e complesse riaggregazioni di colore, nel quale soluzioni di tipo "tachiste" o informaleggiante prendono campo, assumendo una funzione di intensa primitività, quasi fossero tracce del tempo depositate su graffiti di caverne (come osserva puntualmente la Cristaldi) [...]
II Secolo XIX (M. Bocci) Maggio 1986
" Una particolare ‘virilità’ espressiva caratterizza le tecniche miste di Liliana Bastia: il tema dei tori e dei destrieri e si è sviluppato in termini decisamente antiaccademici, con soluzioni complesse e — per certi aspetti — anche psicologiche [...]"
Corriere Mercantile (F. Ballero) Maggio 1986